In questo articolo, noi di Studio LARS vi parleremo della cartella sanitaria del lavoratore sottoposto a Sorveglianza sanitaria, un documento che l’azienda deve tenere obbligatoriamente, e che contiene dati personali e sanitari del lavoratore. Ma essa è obbligatoria per tutti i lavoratori?
L’azienda ha l’obbligo solo per i lavoratori esposti a specifici rischi, per esempio coloro che:
- lavorano sotto dure condizioni climatiche;
- Svolgono lavori su schermi per almeno 20 ore a settimana;
- Sono a contatto con sostanze che comportano rischio biologico, chimico, elettromagnetico;
- Sono sottoposti a rumore
- Spostano carichi.
La cartella sanitaria può essere conservata:
- presso il datore di lavoro, nel rispetto del segreto professionale, in buste sigillate dal medico e in un archivio solo dove il dottore può accedervi.
- presso lo studio del medico.
La cartella si può tenere sia in formato cartaceo che in formato digitale. Se si opta per il formato digitale, bisogna usare un programma che consenta di salvaguardare il segreto, dunque la necessità che tale programma preveda delle password di accesso e altre funzioni per non permettere l’accesso alle persone non autorizzate (art. 53 del D.Lgs 81/08).
Contenuto della cartella sanitaria
Il contenuto della cartella sanitaria è stabilito dall’Allegato 3A del Decreto Legislativo 81/2008, Testo unico Salute e Sicurezza, come ribadito da noi di Studio LARS, è il seguente:
- DATI DEL LAVORATORE: nome, cognome, sesso, nazionalità, data di nascita, luogo di nascita, domicilio, codice fiscale;
- DATI DELL’AZIENDA: Ragione Sociale, attività, sede di lavoro;
- ESITO DELLA VISITA PREVENTIVA: questo tipo di visita viene svolta ancor prima di adibire il lavoratore alla sua mansione per verificare che ne sia idoneo. Deve essere sempre svolta dal medico competente aziendale ed è fondamentale per garantire la tutela del lavoratore;
- MANSIONE SPECIFICA DEL LAVORATORE: ossia l’attività che andrà a svolgere all’interno dell’azienda;
- FATTORI DI RISCHIO COLLEGATI ALLA MANSIONE SPECIFICA: meglio indicare sempre anche il livello di rischio della mansione;
- ANAMNESI LAVORATIVA, FAMILIARE, FISIOLOGICA, PATOLOGICA (REMOTA E PROSSIMA) DEL LAVORATORE;
- PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA SANITARIA: deve essere indicato il programma di Sorveglianza Sanitaria (o Protocollo Sanitario) che il medico competente stabilisce per il lavoratore;
- ESAME OBIETTIVO: il medico competente visiterà il lavoratore e misurando pressione e battito cardiaco, eseguendo la palpazione dell’addome ed effettuando un ecg;
- ESAMI E ACCERTAMENTI INTEGRATIVI: all’interno della cartella sanitaria devono essere indicati tutti gli esami a cui il lavoratore è stato sottoposto e, in forma sintetica, l’esito degli stessi, e eventualmente i referti utili;
- EVENTUALI INDICAZIONI DEL MEDICO COMPETENTE: se il medico competente ritiene necessario qualche provvedimento per tutelare il lavoratore, deve inserirlo nella cartella sanitaria;
- GIUDIZIO DI IDONEITÀ DEL LAVORATORE: il medico del lavoro esprime sempre un giudizio di idoneità, relativo alla mansione specifica, che indica se il lavoratore è adatto a svolgere quella determinata attività lavorativa
- SCADENZA VISITA MEDICA SUCCESSIVA: le visite devono essere sempre svolte periodicamente, a cadenza annuale, biennale o quinquennale, a secondo dalla decisione del medico
- DATA E FIRMA DEL MEDICO COMPETENTE.
Chi può accedere alla cartella sanitaria
Le uniche persone autorizzate ad accedere alla cartella sanitaria, precisiamo noi di Studio LARS, sono:
- Il medico competente;
- Il lavoratore stesso, ossia la persona a cui la cartella si riferisce.
I lavoratori non devono accedere alla cartella degli altri. Dunque, chi custodisce la cartella deve accertarsi di custodirla in un luogo inaccessibile e in buste sigillate (se la cartella è in formato cartaceo). Se la cartella è in formato digitale, deve usare appositi programmi di protezione agli accessi.
l datore di lavoro invece non può mai accedere al contenuto della cartella sanitaria.
Anche nel caso in cui le cartelle vengano conservate presso l’azienda il datore di lavoro dovrà limitarsi a custodirle, fino a 10 anni dopo la conclusione del rapporto di lavoro.
Cosa succede alla cartella sanitaria al termine del rapporto di lavoro
Al termine del rapporto di lavoro, dunque in caso di:
- Dimissioni del lavoratore;
- Licenziamento;
- Pensionamento;
Il medico consegna una copia della cartella all’ormai ex lavoratore, mentre l’originale va all’azienda (la quale effettivamente ne è la proprietaria). L’azienda deve conservare la cartella per altri 10 anni. Trascorso questo tempo, il datore di lavoro può distruggere la cartella.